EUROPA – LE COSE CHE DEVI SAPERE

Le  cose che devi sapere per seguire i negoziati sul QFP (Quadro Finanziario Pluriennale) Europeo

Il Trattato di Maastricht

Con la firma del Trattato di Maastricht, meglio conosciuto come Trattato sull’Unione europea, inizia la fase più ambiziosa dell’integrazione europea e si gettano le premesse per un nuovo e più articolato processo di riorganizzazione dei rapporti tra Stati membri e Unione e tra Unione e resto del mondo. La portata storica di questo Trattato risiede nel fatto che ridisegna i rapporti tra gli Stati membri sulla base di due concezioni:

  • ampliamento delle competenze dell’azione comunitaria: è sintomatico il cambio di denominazione da “Comunità Economica Europea” a “Unione Europea”, a testimonianza della volontà di non limitare l’azione della Comunità alle sole relazioni economiche, ma di estenderla anche ad altri campi fino a questo momento di competenza esclusiva degli Stati membri;
  • creazione di una Unione Europea: c’è la volontà di creare un’organizzazione fondata sulle tre Comunità (del carbone e dell’acciaio, economica e atomica) e su nuove ed efficaci forme di cooperazione in settori specifici quali la politica estera e di sicurezza comune e la giustizia e gli affari interni.

Il Trattato prevede:

  • una prima sezione contenente le disposizioni comuni per organizzare in modo coerente e solidale le relazioni tra gli Stati membri e i loro popoli; ciò in particolare promuovendo un progresso economico e sociale equilibrato mediante il rafforzamento della coesione economica e sociale;
  • l’affermazione del principio di sussidiarietà secondo il quale la Comunità, nelle materie che non sono di sua esclusiva pertinenza, può intervenire solo quando gli Stati membri non possono agire o quando è preferibile e più efficace procedere ad un’azione congiunta;
  • l’ampliamento delle politiche poste in essere dalla Comunità, nei settori dell’industria, della sanità pubblica, dell’educazione, della cultura, dei trasporti;
  • la revisione dei poteri attribuiti ad alcuni organi comunitari ed in particolare l’ampliamento delle funzioni del Parlamento Europeo;
  • la creazione di una unione economica e monetaria (UEM) con l’adozione di una moneta unica;
  • l’attuazione di una politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la definizione di una politica di difesa comune;
  • il rafforzamento della tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini degli Stati membri mediante l’istituzione di una cittadinanza dell’Unione;
  • una stretta coesione nel settore della giustizia e degli affari interni.

  

                                              Il Trattato di Amsterdam

Il Trattato di Amsterdam, politicamente concluso il 7 giugno e firmato il 2 ottobre 1997 dagli Stati membri, costituisce il frutto di due anni di dibattito e negoziato nell’ambito della Conferenza dei Rappresentanti dei governi degli Stati membri. E’ entrato in vigore con la ratifica dei 15 Stati membri il 1° maggio 1999. Il Trattato di Amsterdam apporta sostanziali modifiche ed integrazioni ai Trattati istitutivi della Comunità Europea e al Trattato sull’UE in vista dell’ampliamento verso Est. I settori in cui interviene sono diversi, quali il diritto di stabilirsi in un differente paese dell’Unione europea, gli aiuti regionali, i trasporti, la formazione professionale, la lotta contro la frode, le pari opportunità e il coordinamento fra i regimi nazionali di sicurezza sociale.

Nell’ambito delle politiche comunitarie importanti innovazioni riguardano:

  • le problematiche dell’occupazione che richiedono un’azione coordinata a livello europeo;
  • il rafforzamento della politica sociale, con l’introduzione di importanti disposizioni in materia di pari opportunità e di lotta all’emarginazione;
  • l’affermazione del concetto di “trasversalità” della tutela ambientale in tutte le politiche comunitarie, ai fini di uno sviluppo economico sostenibile.

Il Trattato rafforza la cooperazione giudiziaria e di polizia tra i Quindici paesi in settori quali i reati contro l’infanzia, la corruzione e il terrorismo, oltre ad integrare nel quadro istituzionale dell’Unione europea le disposizioni dell’Accordo di Schengen in materia di libera circolazione. Tale accordo, che interessa solo tredici degli Stati membri, ha lo scopo di eliminare i controlli alle frontiere interne dell’Unione e di rafforzare la collaborazione tra le forze di polizia nella lotta contro i fenomeni di criminalità.

 Il Trattato sviluppa inoltre la politica estera e di sicurezza comune conferendo all’Unione mezzi più rilevanti per intervenire nelle problematiche dei rifugiati e dell’immigrazione.

Un’altra innovazione introdotta dal Trattato riguarda la partecipazione del Parlamento europeo alla designazione del presidente della Commissione, che costituisce un importante passo avanti verso una maggiore legittimazione democratica delle istituzioni dell’Unione.

Sono dunque quattro le principali aree di riforma interessate dal Trattato di Amsterdam:

  •  Libertà, sicurezza e giustizia
  • L’Unione e il cittadino

 

                                                           Il Trattato di Nizza

 Il Trattato di Nizza, sottoscritto il 26 febbraio 2001, ed entrato in vigore il 1° febbraio 2003, ha ulteriormente modificato i trattati UE e CE apportando cambiamenti a livello del funzionamento delle istituzioni dell’UE e introducendo come regola generale, al posto del voto all’unanimità, il voto a maggioranza qualificata per molti settori del processo decisionale dell’UE.  Ulteriori modifiche saranno probabilmente apportate ai trattati in seguito alla convenzione sul futuro dell’Europa e in base al trattato di adesione di 10 nuovi Stati firmato il 16 aprile 2003 e destinato ad entrare in vigore il 1° maggio 2004.

 

 Commissione europea Affari economici e finanziari L’euro

1) I negoziati sul QFP non riguardano solo il regolamento QFP.
A partire dalla metà del 2011, la Commissione europea ha presentato le sue proposte relative ad un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per il ciclo di bilancio 2014-2020. Si tratta del “pacchetto QFP”, così detto in quanto contiene numerose proposte:
•   1 regolamento QFP
•   5 atti legislativi sulle risorse proprie dell’UE e
•   circa 70 proposte settoriali.

 

2) I negoziati sul QFP vanno al di là del denaro in sé.
L’obiettivo dei negoziati sul QFP è di definire a grandi linee per il prossimo ciclo di bilancio:
•   limiti di spesa che fissino le somme che l’UE può spendere;
•   programmi di spesa che stabiliscano la destinazione di tali somme;
•   regole che definiscano come finanziare la spesa.
I negoziati determinano pertanto in larga misura la configurazione delle politiche dell’UE, il ruolo dell’Unione europea e il suo margine finanziario per almeno 5 anni.

 

3) Vi sono tre parti negoziali .
Le parti che partecipano ai negoziati sul QFP sono la Commissione europea, il Consiglio e il Parlamento europeo. Ciascuna istituzione contribuisce, a proprio modo, all’adozione del nuovo QFP..

La Commissione europea ha proposto il pacchetto QFP che serve di base per i negoziati. In funzione del tipo di atto giuridico, il Consiglio adotta il “pacchetto QFP”:
•   con il Parlamento europeo, o
•   previa approvazione o previo parere del Parlamento europeo.

Il Consiglio europeo fornisce orientamenti al Consiglio sotto forma di accordo politico sulle questioni politiche fondamentali.

 

4)In sede di Consiglio, i 27 Stati membri analizzano, negoziano e convengono una posizione comune sul “pacchetto QFP”.
 negoziati si svolgono su quattro livelli diversi:
•   esperti tecnici (gruppi di lavoro)
•   ambasciatori (Comitato dei Rappresentanti permanenti)
•   ministri (Consiglio)
•   capi di Stato o di governo (Consiglio europeo)


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Organizzazione nella pratica dei lavori in sede di Consiglio

 

5) Duplice percorso negoziale in sede di Consiglio.
Il percorso politico: i 27 Stati membri esaminano gli elementi politici chiave del “pacchetto QFP”. Tra il Consiglio e il Parlamento europeo si instaura un dialogo costante. Una volta raggiunto un accordo sulle questioni politiche in sede di Consiglio europeo, il suo contenuto confluisce nei lavori legislativi.

Il percorso legislativo:
•   Parallelamente al percorso politico, i 27 Stati membri discutono nei pertinenti organi preparatori e nelle formazioni del Consiglio gli elementi tecnici delle proposte settoriali. L’obiettivo è di ravvicinare, per quanto possibile, le posizioni degli Stati membri. Si vigila affinché questi lavori non pregiudichino l’esito dei negoziati nell’ambito del percorso politico.
•   Una volta raggiunto un accordo sulle questioni politiche in sede di Consiglio europeo, i lavori legislativi coprono tutti gli aspetti del “pacchetto QFP”.


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2 percorsi negoziali

 

6)Per agevolare i negoziati sul QFP, la presidenza di turno elabora uno “schema di negoziato”.
Per orientare i negoziati, la presidenza elabora un documento che delinea le principali questioni ed opzioni del pacchetto di negoziato QFP. Il documento è aggiornato con il progredire dei negoziati e costituisce una base per un accordo unanime del Consiglio europeo.
L’obiettivo è di raggiungere un accordo in sede di Consiglio europeo sugli elementi politici chiave del “pacchetto QFP” all’inizio del 2013. Ciò consentirebbe di portare a termine i lavori legislativi in tempo utile per il prossimo QFP, e di applicare la nuova disciplina delle risorse proprie e nuovi programmi di spesa dal 1º gennaio 2014.


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Lo schema di negoziato

 

7) Il regolamento QFP non corrisponde al bilancio annuale dell’UE.
Il regolamento QFP stabilisce gli importi massimi annui – massimali – che l’UE può spendere nei vari settori d’intervento – rubriche – nell’arco di almeno cinque anni. Esso fissa inoltre un massimale globale per la spesa totale.
Il bilancio dell’UE è approvato nel quadro di una procedura di bilancio annuale entro i limiti di spesa previsti dal regolamento QFP. Poiché i massimali QFP non sono obiettivi di spesa, il bilancio annuale dell’UE è di norma inferiore ai massimali di spesa del regolamento QFP. L’unica eccezione è rappresentata dalla politica di coesione, in cui il massimale QFP è di fatto considerato un obiettivo di spesa. 
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Il regolamento QFP

 

8)Le risorse proprie dell’UE costituiscono entrate dell’UE.
Poiché le spese dell’UE devono essere totalmente coperte dalle entrate, le risorse proprie sono strettamente collegate al regolamento QFP.
Attualmente esistono tre tipi di risorse proprie:
•   le risorse proprie tradizionali – principalmente dazi doganali e contributi sullo zucchero
•   le risorse proprie basate sull’imposta sul valore aggiunto (IVA);
•   le risorse proprie basate sul reddito nazionale lordo (RNL).


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Risorse proprie

 

9)Le proposte settoriali sono programmi di spesa.
Dalla metà del 2011, la Commissione europea ha presentato circa 70 proposte settoriali per attività comprendenti agricoltura, coesione, ricerca, formazione, sviluppo, ecc. Le proposte definiscono regole, quali le condizioni di ammissibilità e i criteri per la ripartizione dei fondi e prevedono strumenti per i singoli settori d’intervento.

Gli elementi politici chiave di queste proposte, che hanno chiare implicazioni finanziare, sono esaminati nell’ambito del percorso politico dei negoziati. Gli aspetti tecnici delle proposte sono negoziati nell’ambito del percorso legislativo. I lavori legislativi potranno essere completati soltanto una volta raggiunto un accordo sulle questioni politiche, probabilmente all’inizio del 2013.


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Atti settoriali

10)Per l’adozione dei vari atti legislativi del “pacchetto QFP” si applicano regole diverse.
•   Il regolamento QFP è adottato dal Consiglio all’unanimità previa approvazione del Parlamento europeo (il Parlamento europeo può approvare o respingere la posizione del Consiglio, ma non può adottare emendamenti).
•   Anche i cinque atti legislativi relativi alle risorse proprie sono adottati dal Consiglio, l’atto di base all’unanimità e gli atti di esecuzione a maggioranza qualificata. Il Parlamento europeo deve dare la sua approvazione in merito ad un atto di esecuzione e emettere un parere su tutti gli altri atti.
•   Gli atti giuridici settoriali sono, di norma, soggetti alla procedura legislativa ordinaria (codecisione). Ciò significa che il Consiglio e il Parlamento europeo decidono congiuntamente, e che il Consiglio delibera a maggioranza qualificata.

Il nuovo QFP, con la nuova disciplina delle risorse proprie e i nuovi programmi settoriali, dovrebbe applicarsi dal 1º gennaio 2014.

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Norme sull’adozione