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NUOVE REGOLE PER I PARCHI

 

Cambiano le regole per gli organi direttivi dei Parchi. Lo scorso 26 giugno è stato pubblicato l’atteso regolamento di riordino di tutti gli Enti controllati dal Ministero dell’Ambiente e dunque anche delle Aree protette nazionali. Il provvedimento disciplina il futuro degli organi collegiali dei Parchi, stabilendo che i componenti del Consiglio Direttivo saranno costituiti da otto esperti particolarmente qualificati in materia di aree protette e biodiversità. Quattro saranno designati dalla Comunità del Parco, uno dal Ministero dell’Ambiente, uno dal Ministero delle Politiche agricole, uno sarà indicato dalle associazioni ambientaliste riconosciute e infine un membro sarà scelto dall’Istituto Superiore per la Protezione della Ricerca Ambientale (Ispra). Le Comunità dei Parchi, dunque, potranno nominare non più solo sindaci o amministratori, spesso impreparati sulla gestione delle aree protette, ma esperti con particolari competenze. La richiesta di titoli la si nota anche dall’altra novità, quella che introduce nel direttivo un rappresentante dell’Ispra, sottolineando l’importanza della ricerca ambientale. “Non esistono più alibi sulla possibilità di indicare esperti e soggetti qualificati nei Parchi – ha commentato il docente universitario Domenico Nicoletti- i territori saranno ora responsabili delle nomine che faranno e quindi dei destini della gestione degli enti parco.” Il nuovo regolamento, infatti se si allinea all’epoca dei tagli, riducendo il numero dei rappresentanti nel direttivo del Parco, che da dodici passa a otto, e togliendo il gettone di presenza per chi parteciperà alle riunioni del Direttivo o della Giunta, dall’altra parte dà alla Comunità del Parco, che prima rappresentava il 41% del Consiglio, la possibilità di nominare il 50% dei suoi membri seppure dando ad essi voto limitato. La sburocratizzazione nella gestione dei Parchi, che viene ribadita anche dando potere al Ministro dell’Ambiente di procedere con le nomine dovute, qualora non arrivino entro 30 giorni di tempo i pareri delle Regioni interessate, dovrebbe rendere più rapido il procedimento di formazione dei consigli direttivi, evitando lunghe proroghe e rinvii che in questi anni hanno bloccato l’attività dei Parchi.

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