L’Italia dispone di un patrimonio culturale ineguagliato che, se valorizzato, potrebbe costituire un volano per il rilancio di intere città e territori. Non è raro, invece, trovare beni di incomparabile bellezza abbandonati all’usura del tempo oppure mantenuti in vita con sempre meno visione e convinzione dove anche il monumento artisticamente più significativo si riduce a una voce di costo che in tempi di crisi si fatica a giustificare.
E’ come chi, ricevuta un’eredità di cui non comprende il valore, la abbandona all’incuria. Negarsi alla responsabilità che ogni eredità rappresenta significa recidere le proprie radici, dimenticare chi siamo, da dove veniamo. Il problema è, dunque, anzitutto culturale.
L’affaire presenta però anche un importante risvolto sociale: attorno a questi beni comuni è infatti possibile pensare di rigenerare la comunità. E poi ci sono le ali.
Poiché stiamo parlando di un patrimonio oggetto di una crescente domanda di consumo culturale che nessuno ci potrà copiare è assurdo non mettere a valore questa eredità trasformandola in motore economico.
Cosa accadrebbe nel momento in cui mettessimo le ali alle nostre radici?
Potrebbe succedere che il riconoscimento del valore di un bene e della reciproca appartenenza – la riscoperta di una radice comune tra noi e quell’eredità – diventi passione e quest’ultima si trasformi in innovazione.
E’ questo il percorso intrapreso da Officine Culturali, un’associazione catanese nata nel 2010 in collaborazione con l’Università degli Studi, allo scopo di valorizzare un complesso architettonico di impressionante bellezza ed inestimabile pregio – il monastero dei benedettini di San Nicolò l’Arena – riconosciuto patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Mission dell’associazione è promuovere la conoscenza del Monastero e la sua accessibilità ad un numero sempre più ampio di persone, cittadini catanesi e turisti, attraverso percorsi guidati condotti da giovani studenti dell’università appositamente formati.
Questo esempio potrebbe essere seguito per la Certosa di Padula, per Paestum, per Velia, per Blanda di Tortora, per Laos di Marcellina, ma anche per le Torri Costiere del Cilento e della Riviera dei Cedri con i Castelli di Belvedere e Sangineto. Mettere le “Ali” all’intera Area del Golfo di Policastro.